La gente che valeva in qualche modo ascoltava questo disco e io non capivo un cazzo di musica. Dove cazzo andavano così serrati, sicuri, uniti. Sembravano immuni all’egoismo, alla spocchia e molti non bevevano e non fumavano neanche. Avevo conosciuto una ragazza e le avevo fatto una battuta stupida sul fatto che non mangiasse carne della quale poi mi sono vantato per anni (le avevo consigliato di farlo invece per diventare più forte e più vicina al Grande Spirito). Nella mia città c’era un gruppo che faceva le cover dei Sottopressione. Le loro canzoni valevano in qualche modo di più di tutta la roba pseudo alternative che noi cercavamo di far derivare dai Marlene Kuntz con un ritardo di quasi dieci anni. Il cantante aveva la barba e camminava avanti e indietro con il microfono stretto nel pugno alzato nella posa di superman. Mentre bevevo in disparte birre da supermercato ascoltando gli aut aut dei metallari che cercavo di emulare mentre da una panda bianca suonava a ripetizione Breaking The Law dei Judas Priest. Ancora oggi ho paura di parlare di questo disco sentendomi inadeguato, in ritardo, mai abbastanza devoto alla buona battaglia. Ho visto i La Quiete dal vivo nel 2011 all’antimtvday all’xm24, a Bologna. Io e la persona con la quale sono andato eravamo terrorizzati dal fatto di rimanere senza alcool a proteggerci l’uno dall’altro. Del concerto non mi ricordo praticamente nulla a parte che ad un certo punto siamo tornati a casa e abbiamo mangiato qualcosa e probabilmente in questo lasso di tempo i La Quiete stavano suonando veramente, cambiando probabilmente chi gli stava davanti e ricaricando le batterie a tutte le persone meravigliose che tirano su eventi del genere senza l’aiuto di imbecilli teorici di scene provinciali come me,
Questo disco è gigantesco e disperato ma non c’è bisogno che lo dica uno che durante l’adolescenza aveva come metro del mondo e come immagine di rivolta quel gonfio borioso di Cristiano Godano.
Questo disco è cavallo pazzo (la figura di cristo secondo Sherman Alexie) a Little Big Horn mentre controvoglia sei dalla parte di Custer.
Questo disco sono i miliardi di frangette che hanno scritto e detto cose di insospettabile profondità minando per sempre l’idea di poter capire una persona senza conoscerla.
Questo disco dura ventuno minuti durante i quali si può probabilmente lasciare una persona, ucciderla con un cucchiaino o farla venire.
Tutte queste cose schierate insieme in una parata militare insieme al senso di colpa e la certezza di aver comunque sbagliato tutto.